Appunti sul Gruppo Contact Improvisation Friuli Venezia Giulia
Occorre solo uno spazio adatto ad accogliere la danza ed il movimento, affinché un gruppo di persone possa dare vita ad una jam. Questo tipo di evento non nasce a scopo performativo: è invece un momento di incontro tra individui che decidono di dialogare con il linguaggio della danza, più specificatamente della contact improvisation. Per il desiderio di danzare insieme, per mettersi in gioco, per conoscersi ed interagire a partire dalla materia, dalla tangibilità del corpo.
La contact improvisation si basa infatti sulla ricerca del costante contatto con l’altro. È una danza d’improvvisazione, in cui il movimento non si accorda verbalmente ma emerge da solo, naturalmente, attraverso l’ascolto degli impulsi del corpo, in un continuo scambio di ruoli tra chi offre il proprio peso e chi lo riceve. Un travaso di energie, un gioco in cui diversi elementi si mescolano tra loro: la fluidità e l’abbandono dell’acqua, la tenuta della terra, l’equilibrio e la sospensione dell’aria.
In Friuli Venezia Giulia assai rilevante è l’attività di Debora Sbaiz (danzatrice, danza-movimento terapeuta, professional counselor). Quest’ultima, dopo anni di studio negli Stati Uniti, paese natale della contact improvisation, ha infatti piantato il seme di questa danza in regione, operando vivacemente per la sua divulgazione attraverso seminari ed eventi – primo fra tutti e di richiamo internazionale l’Adriatic Jam, a Lignano: estiva e suggestiva esperienza residenziale, tra contact improvisation ed aria di mare. Importante è anche l’impegno nell’unico corso settimanale in regione, interamente dedicato a questa forma di danza.
È dall’impulso di Debora ed alcuni dei suoi più fedeli allievi (Caterina Gottardo, Marco Pericoli, Leonardo Bianchi Quota, Valentina Rivelli, Ivan Vergendo, Enzo Uliana) che è nato il Gruppo Contact Improvisation Friuli Venezia Giulia. Il gruppo da qualche mese organizza periodicamente jam nel territorio. Gli incontri durano circa 3 ore: prima di dare il via alla jam libera, i componenti del gruppo guidano una sorta di riscaldamento che introduce alla jam e funge da guida a chi si approccia per la prima volta all’iniziativa.
L’esperienza della jam, per la sua capacità di aggregazione e parità di ruoli tra i partecipanti, racchiude in sé valori positivi anche a livello sociale. Questa danza infatti è possibile solo nella dimensione del Noi: l’Io ed il Tu trovano soluzioni di movimento nell’interdipendenza, creando così flusso e circolarità. Il messaggio che la contact improvisation porta, va ben oltre al piacere del movimento, all’utilizzare il proprio corpo per danzare con altre persone; è bensì – come afferma Steve Paxton, padre di questa forma d’espressione: “una filosofia di cooperazione e comunicazione trasposta in danza”. Contact improvisation è affidarsi all’altro e permettere che l’altro si fidi a sua volta, senza coinvolgere il pensiero ma scoprendo ed affinando l’intuito, la sensazione, la percezione.
Abituati a relazionarsi ponendo muri, attraversabili soltanto da un ponte fatto di aria e parole, si ha spesso paura di quanto possa essere terreno, concreto, diretto e soprattutto reale, un confronto che parte dalla materia – pelle, muscoli, ossa – e di come attraverso di essa l’incontro possa raggiungere un livello di grande profondità.
È da alimentare con entusiasmo la nascita del giovane Gruppo Contact Improvisation Friuli Venezia Giulia che, attraverso il circuito delle jam, permette alla danza di esistere in regione in una formula libera, facilmente accessibile a chiunque creda che la danza possa essere non soltanto movimento ma sincera forma di comunicazione.
Laura Silvestrelli