Il Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari, che ha tenuto occupato il Tamburo di Kattrin per tutta la durata della rassegna si è concluso dopo aver registrato un gran successo tra spettacoli di qualità, presenza di tutta la stampa nazionale e pubblico in gran numero. Un Festival che, pur non avendo avuto un aiuto economico neanche dopo l’assegnazione del Premio Speciale Ubu 2009, si è fatto forza ed è riuscito ad ottenere un grande risultato. Diciasette spettacoli per otto prime nazionali non sono pochi se si pensa che Primavera dei Teatri si è svolto dal 30 maggio al 5 giugno: un fitto calendario di appuntamenti che hanno sorpreso per qualità e tematiche impegnate trattate, con una grande attenzione alla drammaturgia come poco in Italia oggi si può trovare. Uno staff di eccezione è riuscito ad organizzare in modo impeccabile un festival di grande valore, umano in primis. I direttori artistici Dario De Luca e Saverio La Ruina, insieme a Settimio Pisani – parte organizzativa della loro compagnia Scena Verticale –, hanno fatto un lavoro che va premiato per costanza, dato che sono arrivati alla XI edizione di questo Festival con tutte le difficoltà annesse a una ragione, la Calabria, dove non è facile far riuscire a sopravvivere queste iniziative. Il Tamburo di Kattrin, dopo aver fatto da giornale di bordo con recensioni, presentazioni, video interviste e approfondimenti e aver visto tutti gli spettacoli proposti nel Protoconvento di Castrovillari, ha deciso di fare delle segnalazioni speciali a delle pièce che hanno più colpito la nostra redazione.
Per il miglior attore merita una segnalazione Fabrizio Gifuni con L’ingegner Gadda va alla guerra, in quanto è riuscito a dar voce e corpo a parole complesse come quelle di Gadda, rendendole comunicabili. Segnaliamo invece Paolo Mazzarelli e Lino Musella per la miglior interpretazione: in Figlidiunbruttodio la loro capacità di dar vita a situazioni e personaggi totalmente differenti merita un plauso. Per la miglior performance e musica una nomina speciale va a Alessandro Bedosti per i suoi movimenti corporei più che efficaci nel veicolare una trasformazione da uomo a insetto e ai paesaggi sonori di Elicheinfunzione: entrambi hanno reso lo spettacolo La Metamorfosi di Città di Ebla carico di forti sensazioni. Trattato dei manichini colpisce invece per le sue luci che riescono a regalare momenti di poesia e magia sposandosi perfettamente con i corpi delle performer in scena. Segnaliamo per la drammaturgia quello che per i premi ufficiali sarebbe un ex-aequo: il testo di Variazioni sul modello di Kraepelin di Davide Carnevali merita un’attenzione particolare per la capacità di affrontare una malattia come il morbo di Alzheimer non in modo drammatico, ma intrecciando surrealtà e realtà in un gioco di ricordi; l’altra drammaturgia da non far passare inosservata è L’Italia s’è desta di Stefano Massini, per il lavoro di ricerca e di riscrittura di fatti di cronaca presentati in maniera maledettamente sarcastica e amara. Altra segnalazione speciale va a Dies Irae_5 episodi intorno alla fine della specie di Teatro Sotterraneo: una regia che trova nella forma di collettivo il suo punto di forza. Come miglior spettacolo, infine, indichiamoLa Borto di Saverio La Ruina: per la sua profondità, per il suo toccare l’anima e stritolarla, lasciando il pubblico carico di emozioni perfettamente visibili all’uscita dello spettacolo.
Carlotta Tringali