L’annuale appuntamento con Luoghi Comuni, il festival di Associazione Etre, la rete delle residenze teatrali lombarde, si è svolto a Mantova dal 14 al 16 marzo. Il centro della città ha ospitato 11 spettacoli, spesso in luoghi non teatrali, il convegno di apertura Play with me e alcune progettualità collaterali: Play the Map, Workshop, Play with food, Play around, Play with Mentor, Play the music.
La tre giorni mantovana, organizzata da Etre in collaborazione con Teatro Magro, ha proposto come tema centrale di riflessione “il pubblico”, vero e proprio focus dell’edizione 2014. Non è difficile immaginare le motivazioni della scelta, esplicitate nel convegno di apertura Play with me: in primo luogo le residenze, per loro stessa conformazione e modus operandi, pongono al centro del loro lavoro la relazione con il territorio di riferimento e i suoi abitanti. Il radicamento in un contesto sociale specifico è la base da cui sviluppare la ricerca e la produzione artistica.
Vi è poi una motivazione che trascende le singole esperienze di residenza e investe l’intero teatro italiano, che in tempo di crisi e progressiva diminuzione di sostegno, si interroga sulla partecipazione del pubblico, cercando nuove forme per coinvolgerlo.
Le linee guida dei bandi europei del programma Creative Europe 2014-2020 infine, spostano l’accento proprio sul tema dell’audience development, tracciando chiaramente la direzione da perseguire nei prossimi anni.
Ecco quindi che a Luoghi Comuni 2014 gli spettacoli e le performance si spostano spesso in luoghi della città: un ristorante, un negozio, una macchina, un bar, il Circolo Ufficiali, un camerino.
Si comincia proprio da qui, dal luogo in cui l’attore si prepara prima di andare in scena: dieci minuti dentro il camerino del Teatro Sociale ad osservare Alessandro Pezzali di Teatro Magro attraverso il riflesso di uno specchio. E se lo spettatore solitario guarda da vicino l’attore prima che entri in scena, l’attore non rivolge il minimo sguardo a chi è “abusivamente” entrato nel suo spazio Privato, titolo dello spettacolo. Si è spettatori invisibili, intangibili, ci si sente spettri incorporei in un luogo in cui non ci è, di norma, dato di stare.
Esperienza solitaria è anche quella di Hamlet Private, evento per uno spettatore creato da Scarlattine Teatro. Seduti al tavolo di un bar ci si lascia condurre nella lettura delle carte che non sono semplici tarocchi, ma immagini rielaborate di Amleto. I personaggi e gli avvenimenti dell’opera shakespeariana si trasformano in tasselli attraverso cui leggere le proprie esperienze passate e immaginare futuri possibili. Tutto parte da una domanda silenziosa che lo spettatore pone a se stesso, le risposte, se mai arrivano, si sedimentano proprio lì, nello spazio della riflessione personale. Di intimità si nutre Bed Inside, performance di Animanera a fruizione singola che indaga la sessualità in persone diversamente abili. In un letto, circondati di luce rossa si ascolta la storia, la confessione, la speranza di uno dei tre interpreti: Barbara Apuzzo, Giorgio Cossu, David Quagiotti. Non solo attraverso l’udito, ma essendo coinvolti con il proprio corpo, con gli occhi che indugiano in una visione ravvicinata e le mani che accarezzano il viso di chi sta raccontando la propria storia.
In macchina con altri tre spettatori si viaggia verso gli inferi con Ilinx Machine A.T.A. Traghettati nelle strade della città fino ad uno spiazzo buio e deserto dove dovrebbe avvenire lo scambio e il definitivo passaggio all’altro mondo, gli spettatori-passeggeri si trovano a essere prima vezzeggiati, poi interrogati, confusi e infine investiti dagli equivoci e i litigi dei traghettatori di anime, innamorati e terrorizzati dal fantomatico dio degli inferi, mai presente, ma continuamente evocato. Alla Sala del Cinema del Carbone si assiste a Brainstorm! But never mind di Residenza InItinere e alla prova aperta Gli spazi del teatro. Tutti in scena!, nato dalla collaborazione di Compagnia ATIR e Comunità Progetto. Nel primo caso è un solo attore a calcare la scena, nel secondo, l’intera classe di un laboratorio di integrazione sociale che mescola attori, adolescenti, persone diversamente abili. In entrambi gli spettacoli il pubblico è chiamato a interagire con gli interpreti, pur nella tradizionale disposizione di palco e platea. Pubblico e attori classicamente divisi anche in Molti di Teatro Inverso, almeno fino a che lo spettacolo non si interrompe, gli attori si ribellano e il pubblico viene incalzato fino a essere costretto a schierarsi sul palco in due fazioni pro e contro l’esistenza di Dio.
Elvis’ Sturdust: un Elvis in vetrina, emblema di desolazione e solitudine. Teatro delle Moire si insinua in un negozio di arredamento e si lascia guardare dagli spettatori in strada. Questo consente di fruire dello spettacolo non solo attraverso i propri occhi, ma ricorrendo a foto, video, smartphone e social network, nella totale libertà di chi non si trova in una sala teatrale con le regole che la caratterizzano. Vox Pop, l’happening di Nudoecrudo Teatro letteralmente indaga il pubblico: che sia lui stesso a dire perché va a teatro, a trovare e restituire le proprie motivazioni e riflessioni. E ancora un ristorante, location scelta per raccontare una storia familiare con al centro la regina delle preparazioni casalinghe: la salsa di pomodoro. Qui e Ora porta a tavola Saga Salsa, storia di donne e letteratura, di generazioni che cambiano e una contemporaneità che irrompe laddove la tradizione era ancora vivo presente.
Si chiude invece in teatro, nello splendido Bibiena il Festival di Luoghi Comuni, con Pinocchio REady MADE di Compagnia delleAli. Un pianoforte e un cantastorie che interpreta personaggi e capitoli a richiesta degli spettatori. Un jukebox collodiano, in cui la sequenzialità del racconto è secondaria rispetto al dialogo con il pubblico.
Spettacoli visti nell’ambito di Luoghi Comuni Festival
Mantova, 14-15-16 marzo
Margherita Gallo