Bouffes du Nord: la musica è di stagione

© Leigh Hatwell

Avere l’imbarazzo della scelta è sicuramente un gran vantaggio, ma a volte può mettere in difficoltà, specie se si parla di offerta culturale, e quest’espressione è senza alcun dubbio calzante anche solo a una rapida scorsa della programmazione teatrale di Parigi. Perché di fronte alla marea di titoli e di teatri che capeggiano affissi a ogni fermata della metro, o che riempiono le pagine dei giornali, la scelta diventa, se non imbarazzante, sicuramente difficile. Se poi non è da molto che si sono abbandonato le calme acque della laguna veneziana per lasciarsi abbagliare dalla caotica vita della ville lumière, si rischia letteralmente di annegare nel mare di spettacoli che ogni giorno calcano palchi di tutte le dimensioni nei luoghi più disparati della città francese. Disposti a tutto pur di avvistare un faro che possa indicare una vaga direzione, generalmente ci si affida a conoscenti e amici e ai loro consigli, altre volte semplicemente al caso, o a nomi noti anche in Italia e ai quali, quindi, sentiamo di poter dare più fiducia. È sulla base di quest’ultima ipotesi di “salvezza” che, in cerca di conforto, si volge lo sguardo verso i litorali di quell’isola che, in anni di successi e ricerca, ha visto la sua fama andare ben oltre i confini francesi: il Teatro des Bouffes du Nord.
Seppur in clamoroso ritardo – ma la Kattrin d’oltralpe è ancora un naufrago un po’ sprovvisto di bussola, e quindi per questa volta glielo si può forse perdonare – compiamo una piccola esplorazione della stagione 2011/2012 di questo teatro, da sempre legato al nome del suo indiscusso capitano: Peter Brook.

È già ripartito verso nuovi mari Damien Odoul, che ha aperto in ottobre la stagione del teatro Le Bouffes du Nord con Mefausti: il cineasta (noto anche al pubblico del festival lagunare) si è ispirato per il suo ritorno al teatro al celeberrimo Doctor Faustus di Christopher Marlowe, con la consapevolezza che nel mondo d’oggi non servano probabilmente ulteriori lezioni di malvagità. Segue questo indiscusso classico del teatro un autore molto più inedito per le scene teatrali: Friedrich Nietzsche. Dall’incontro tra il compositore di Nancy Pascal Dusapin ed il baritono austriaco Georg Nigl e dalla passione comune per il filosofo tedesco è nato infatti O Mensch!, di cui Dusapin firma anche la regia. Accompagnato al pianoforte da Vanessa Wagner, il cantante dona la sua voce ai poemi di Nietzsche per un progetto che avrà sicuramente ulteriori sviluppi.

Recuperato il ritardo, inizia la vera esplorazione. A dividersi il palco del teatro parigino nel mese di dicembre saranno il cantautore Vincent Delerm (dal 6 al 30 dicembre) e il regista Michel Fau (dal 20 al 30 dicembre): il primo approfondirà il rapporto umano con il tempo e le diverse età della vita attraverso canzoni inedite scritte appositamente per il progetto scenico Memory; l’opera di Camille Saint-Saëns Sansone e Dalila sarà invece il punto di partenza per Fau per il suo Récital Emphatique – di cui firma regia, musica oltre a esserne l’interprete – in cui elementi dell’opera si mescolano ad accenni gershwiniani e incursioni di Racine e Rameau.

Il melodramma apre anche il nuovo anno al Bouffes du Nord, con la versione da camera dell’opera di Leoŝ Janàček Katia Kabanova. In scena (17 gennaio – 4 febbraio) giovani cantanti lirici che, diretti registicamente da André Engel e musicalmente da Irène Kudela, affronteranno per la prima volta la “presa di ruolo” in un debutto voluto e promosso dalla Fondazione Royaumont.

Dal 24 gennaio all’11 febbraio, indagano il rapporto travagliato con un padre il regista Jean-Yves Ruf e l’attore Jean-Quentin Châtelain, attraverso le parole di un figlio d’eccezione: Franz Kafka. All’età di 36 anni, infatti, il celebre scrittore scrisse numerose lettere al genitore che si opponeva al suo matrimonio con Julie Wohryzeck. E dopo le parole di Kafka-figlio – parole che non saranno mai davvero spedite al destinatario – il Bouffes du Nord torna alla magia della musica con il compositore e regista tedesco Heiner Goebbels e il suo Max Black (fino al 19 febbraio). La musica contagia anche Ibsen e il suo La Dame de la mer: la nuova creazione di Claude Baqué nasce infatti dalla collaborazione con la cantautrice Camille, compositrice ed interprete dal vivo in scena dal 27 febbraio al 17 marzo.

Per meno di una settimana (14-18 marzo) sarà invece possibile conoscere le vicende di Chocolat Clown Nègre, di e con Marcel Bozonnet: Rafael de Leïos, schiavo venduto a 11 anni a Cuba, approda nella capitale parigina della Belle Epoque; il clown bianco e direttore di circo Foottit lo ingaggia per uno spettacolo dai toni che all’epoca potevano forse essere divertenti, ma che oggi possono essere solo definiti razzisti. Una vicenda vera – alla quale, tra l’altro, si inspirò Beckett per i personaggi di Lucky e Pozzo di Aspettando Godot – che Bozzonnet ha scelto di raccontare con una messa in scena agile e adattabile a diversi spazi, dal palco del Bouffes du Nord, appunto, alle scuole. Bozzonet tornerà poi, dal 13 al 16 giugno, a fare visita a questo teatro con La Princesse de Clèves, tratto dal romanzo di Madame de La Fayette.

Peter Brook © Colm Hogan

Dal 3 aprile al 5 maggio il teatro parigino sarà invece nelle mani del padrone di casa: Peter Brook torna, insieme a Marie-Hélène Estienne, a riflettere sul suo lavoro The Suit/Le Costume: dopo anni di tournée, la pièce musicale viene riproposta in lingua originale – in inglese – e forte dell’inedita presenza dal vivo di un piccolo ensemble orchestrale. E ancora musica e poesia, ma questa volta del rapper Kery James, anche per l’evento successivo: il cantante si esibirà in versione acustica al Bouffes du Nord dal 10 al 28 aprile.

A chiudere la ricca – e musicale – stagione (dal 19 giugno al 21 luglio) un classico francese, per la regia di Denis Podalydès e la direzione musicale di Christophe Coin: Le Bourgeois Gentilhomme di Molière, musicato da Lully.

Silvia Gatto

 

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