Rieccoci con un appuntamento che ormai è diventato baluardo della scena contemporanea e rapporto con il territorio, un festival che da 12 anni combatte una lotta quotidiana e costante contro e per la sua terra. «È all’interno di questa realtà che prendono forma storie di ordinaria violenza domestica e un’umanità desolata, vittima di tradizioni arcaiche in un mezzogiorno sgretolato nei sentimenti e nei valori». Così recita la prima pagina del sito della compagnia Scena Verticale che – capitanata da Dario de Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano – dirige il festival con costanza e incredibile perizia, sapendo coagulare attorno a sé uno zoccolo duro di pubblico che, proprio all’interno di “questa realtà”, resta ogni anno fedele. Già perché di pubblico si parla, Primavera dei Teatri è uno di quegli appuntamenti dove il pubblico lo incontri – un pubblico formato sia da spettatori che da operatori del settore – ma in generale la rassegna ha sempre trovato spazio per tutti. Un equilibrio che non ci si aspetterebbe da una compagnia così alla ribalta sulla scena nazionale, un equilibrio conquistato a fatica e che viaggia sulla corda tesa tra il mondano e modaiolo teatro contemporaneo e la concretezza del reale, dello spettatore medio, di un territorio difficile da conquistare. Così, negli anni, la programmazione messa in gioco dai co-direttori ha sempre stupito, donando spazio a giovani compagnie emergenti, ad affermati spettacoli d’impianto classico, ai gruppi calabresi e al teatro dialettale, amalgamando tutto all’insegna della spontaneità. Quest’anno il programma fa fronte alla crisi, punta sulle giovani compagnie e subito si apre con due collettivi formatisi quasi per caso.
Punta Corsara era nel 2007 un progetto della Fondazione Campania dei Festival, un percorso per attori, danzatori e organizzatori e tecnici napoletani, tredici dei quali oggi sono compagnia e associazione culturale. Sotto la regia di Emanuele Valenti questo gruppo di giovanissimi porta in scena al Teatro Sybaris ore 20.30 Il Signor Pourceaugnac una rivisitazione di Molière, sporcato dalla commedia dell’arte napoletana e intriso della più cruda vita reale. Un viaggiatore arriva a Napoli per sposare una giovane donna, ma la città lo respinge nei modi più impensati, intrighi, complotti e compromessi ostacolano il suo percorso di straniero in una città a lui straniera. Tutto condito da un pizzico di sarcasmo e comicità.
A seguire alle 22.15 nella Sala 14 del Protoconvento Che disgrazia l’intelligenza! Sotto la regia di Alessio Pizzech si riunisce un gruppo d’attori; un incontro fortuito, umano e artistico che li porta a cimentarsi con un testo classico tratto da Griboedov. Caskij è il protagonista di un viaggio di andata e ritorno dalla sua terra, un ritorno amaro in una terra non più ospitale, dove ciò che era amore diviene opportunismo e violenza. Il mondo della sua infanzia si è ribaltato e con esso i suoi valori, l’ingegno è un difetto, una capacità pericolosa e come tale va eliminata. Un testo che incrocia pensieri ormai all’ordine del giorno, in un’Italia governata da chi fa a botte con la giustizia, e dove i media puntano il dito contro chi prova ad alzar la testa, dove la menzogna diventa verità.
L’importante è non mentire mai al proprio pubblico, insegnava Frie Leysen organizzatrice di Theater der Welt, solo così resterà fedele; speriamo che anche quest’anno si rinnovi questo sodalizio, tra palco e platea.
Camilla Toso