#appuntidiunfestival pt. 5: Alessandro Sciarroni

Occhi chiusi. Silenzio. Solitudine. Distanti i corpi, unica la clava. Inizia così Untitled_I will be there when you die di Alessandro Sciarroni, riflessione sull’arte della giocoleria, secondo capitolo di Will you still love me Tomorrow, indagine sul tempo e sulla sopravvivenza. Tante le clave manipolate, quattro gli interpreti selezionati dal coreografo marchigiano.

«Ho scelto i giocolieri più completi, per presenza fisica, potenziale tecnico, sensibilità, piacevolezza nel parlarci, intelligenza, onestà. Li ho scelti perché sono puri. E per loro è stato come entrare in un altro mondo»

Suono cupo. Suono felpato. Sguardo verso l’alto. Sguardo a destra. Sguardo a sinistra. Da verticale a orizzontale. Fragilità. Errore. Fermarsi e ripartire.

«A differenza del circo classico, dove non si sbaglia mai perché si impara un numero da bambini e ci si allena per tutta la vita, nel circo contemporaneo si cambia numero ogni anno, come accade nella danza. L’allenamento è molto più breve e la percentuale di errore molto più alta, si sbaglia di frequente. I giocolieri di fronte all’errore sono soliti velocizzare o risolverla in maniera comica. Ma a me non interessa nessuna delle due possibilità, perciò chiedo loro di non toccare la clava fino al suo arresto».


sciarroni 2

*La redazione di b-stage 2013 è composta da Elena Conti, Roberta Ferraresi, Rossella Porcheddu, Carlotta Tringali 

 

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