“Io vivo in una tomba/perché io sono un intellettuale.Io vivo in una tomba/e alla fine sono morto/perché m’avete tolto il gusto di lavorare coi miei morti/preferiti/perché fate vivere un embrione/e una donna in coma,/ma fate morire per sempre Amleto e Alcesti, Medea e/Pulcinella/Sonomorto per non essere più un contemporaneo vostro.”
Ascanio Celestini
lunedì 30 marzo, Piazza Farnese, Roma