Living Pinter

 foto di Eugenio Novajra

foto di Eugenio Novajra

In principio fu un teatro all’italiana. Il piccolo Teatro San Giorgio, che sorge nel centro di Udine, è un edificio semplice: foyer, camerini, sala prove, magazzino e un’unica sala all’italiana; lo stretto necessario, appunto. Mai ci si aspetterebbe di vederlo animarsi e trasformarsi in uno spazio polivalente, multisala, con tanto di cocktail-bar e video-lounge. Si respira l’aria frizzante del festival – 5 spettacoli per 11 recite a sera – già dalle prime giornate:  un vero e proprio tour de force, condotto con stile e maestria dallo staff del CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG. Living Things gioca sulla destrutturazione dell’edificio teatrale, sulla scelta di testi diversi e meno comuni per riportare alla luce l’eredità di Harold Pinter, scomponendo la sua opera in quattro formati diversi: Quintessential Pinter, i testi più famosi riproposti in una nuova versione, Pinter’s shorts, sketch – anche sarcastici e divertenti – dalle pagine più nascoste e dimenticate, e infine Pinter Post, interpretazioni libere a partire dallo stile inconfondibile del maestro, mutato e riletto attraverso nuovi media e nuovi linguaggi.

Tra i classici andati in scena lo scorso week-end, Il Calapranzi, per la regia di Gigi Dall’Aglio, basato sulla carismatica presenza scenica di Claudio Moretti e Fabiano Fantini. Due attori per due ruoli, opposti e complementari, tra commedia e serietà. Un dialogo sull’attesa,  sull’incomprensione a volte caricaturale. Uno studio in continua tensione, tra parodia e tragedia. Semplici ed essenziali, scene e regia lasciano libero spazio ad una performance spogliata da ogni lettura inquieta e violenta, presente in alcuni recenti allestimenti pinteriani – per esempio Il Calapranzi di Cantieri Teatrali Koreja.

foto di Fabio Cussigh

Victoria Station, foto di Fabio Cussigh

Di tutt’altro stampo l’interpretazione di Paolo Fagiolo per l’allestimento iper-realistico di Victoria Station, un corto ambientato dentro un taxi in mezzo al traffico di Londra. La città non è la stessa, ma il taxi nero anni-cinquanta-guida-lato-destro c’è, è lì che ti aspetta fuori dal teatro, pronto a portarti ovunque tranne che a Victoria Station, il terminal più famoso della capitale anglosassone. Spettacolo per tre spettatori, improvvisamente calati nella particolare visione della vita di 274, tassista di cui non sapremo mai il nome. Un dialogo indiretto tra autista e centralinista, presi nel limbo tra vita e lavoro, una trattativa sul senso della vita: lavorare o restare a guardare la donna amata, vicino ad un parco in centro città.

Fino al 6 dicembre Living Things sarà al Teatro San Giogio. Grande attesa anche per Pinter Post: Rita Maffei, Teatrino Giullare e Ricci/Forte si cimentano nelle più diverse analisi del teatro pinteriano: The basement, testo mai messo in scena in Italia, La stanza, un ambiente familiare scosso da improvvisi conflitti, e Pinter’s Anatomy, dove la nuova drammaturgia di Ricci/Forte esplora i temi di violenza, discontinuità e i rapporti tra forza e debolezza.


Visto al Teatro San Giorgio, Udine

Camilla Toso

 

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