Recensione di Le Ceneri di Gramsci – Virgilio Sieni e Sandro Lombardi
Virgilio Sieni e Sandro Lombardi, un coreografo e un attore, soli in scena rappresentano Le Ceneri di Gramsci di Pier Paolo Pasolini. Una raccolta di poesie del 1957 in cui Pasolini si immagina davanti alla tomba di Gramsci nel cimitero inglese di Roma. Una lunga raccolta di versi che assume quasi la forma di un racconto in cui si inseriscono elementi autobiografici, riflessioni politiche e ideologiche. Parole che dipingono il paesaggio romano e in particolar modo la sua periferia, il mondo popolare sottoproletario che affascinava Pasolini, un mondo ancora fuori dalla corruzione del capitalismo e delle sue mode.
Su questo sfondo di parole in poesia si è realizzato l’incontro tra i due artisti. Il danzatore Sieni costruisce la sua coreogafia sulla musica delle parole recitate dall’attore Lombardi. In scena si crea una forte sinergia di corpi che si muovono liberi in uno spazio vuoto, illuminato da una luce lunare. La Roma di Pasolini è inondata dalla luna. Il corpo segue il ritmo delle parole, un dialogo tra muscoli in tensione, precisione, coordinamento di braccia e mani che spesso tendono verso l’alto, spesso toccano il suolo, si incrociano, si allontano. Un continuo alternare l’attenzione tra il cielo e la terra, luogo dove riposano i morti, dove giacciono le ceneri di Gramsci. Sono le mani dei due a guidare lo sguardo dello spettatore seguendo le parole o la musica in sottofondo. Una danza, quella di Sieni, fatta di movimenti rapidi, di equilibrio precario sui piedi nudi che sembra stiano per spezzarsi, continui cambi di direzione che riempiono lo spazio.
La parola e la danza si sviluppano parallelamente, l’una cerca di trarre energia dall’altra. Sul corpo si imprime il rigore del testo pasoliniano. Il risultato è uno spettacolo intenso, alla ricerca di un equilibrio tra le due arti (quella della recitazione e quella della danza) difficile da raggiungere.
Visto al Teatro India, Roma.
Valentina Piscitelli