Recensione di Festa di Famiglia di Mandracchia-Reale-Toffolatti-Torres
Un unico palco ma triplice la storia. Così la scena prende forma, prende suono, prende vita. Festa di famiglia è una rielaborazione di Andrea Camilleri di vari racconti e novelle di Pirandello. Il testo finale si è formato tramite una collaborazione diretta e immediata con le attrici della compagnia.
Sulla scena l’amore nelle sue forme più estreme, nell’ambiente in cui trova le sue radici, nella casa materna, luogo dei primi baci, delle prime gelosie e delle prime promesse non mantenute. È di scena l’amore completo, triplice e complice, l’amore familiare nelle sue gradazioni; da quello puro di tre sorelle a quello molesto di un patrigno pedofilo, l’amore coniugale che da dono per l’altro si trasforma in ossessione, in schiavitù, in violenza, senza più vita perché solo morendo si rinasce nell’altro, e infine, l’amore che non ha futuro, l’amore sterile, quello egoistico che pensa solo a se stesso, alla ricerca di qualcosa che non lasci troppo il segno. Ogni personaggio è carnefice e vittima, è la rappresentazione di qualcosa a cui a lungo si cerca di dare una spiegazione. Quando però tutto sembra perduto ecco che giungono le feste di famiglia, il ritorno alle radici, unici momenti per aggrapparsi ai ricordi che purtroppo non sono stati ancora superati.
Si può certo dire che l’adattamento di Camilleri è magistrale, ma Festa di famiglia è davvero un gran successo sia grazie a coloro che lo interpretano, Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Anna Gualdo, Diego Ribon, Sandra Toffolatti, Mariangela Torres, che all’ottima regia di Mandracchia-Reale-Toffolatti-Torres. La correlazione tra la regia e il cast degli attori ha consentito che i tempi teatrali ci fossero tutti, riuscendo ad essere rispettati anche in momenti di notevole imbarazzo come quando squilla tra le prime file del teatro il solito telefonino.
Impeccabile la recitazione, non solo per la parte di canto corale a cappella – che si può definire straordinaria – ma anche per l’emozione costante, forte, e per la personalità che questi attori hanno dato ai personaggi, entrando a pieno nella loro lunaticità, mettendo fuori il loro sentire e mostrando un minuzioso lavoro di ricerca sui singoli caratteri.
È questo un lavoro che va sicuramente premiato: è teatro che travolge, che commuove, che prende.
Visto al Teatro Mercadante, Napoli
Italia Santocchio