Recensione a Giornata della partenza, quarta tappa del progetto Mercuzio non vuole morire – Compagnia della Fortezza
Il teatro che penetra negli strati della diversità. Un mondo invisibile, ai margini, osservato generalmente con sguardi compassionevoli. Un universo mediato dalla delicatezza della trasposizione teatrale. Quella delicatezza, veicolata dall’eccellenza dello spessore artistico, con cui Armando Punzo caratterizza le sue azioni sceniche. E così, il Piccolo Teatro Unical, ad Arcavacata di Rende, si trasforma per un giorno, un gelido pomeriggio di inverno inoltrato, in un luogo altro. Un luogo dove è fragile il confine tra diverso e usuale. Ieri sono stati in tanti ad assistere alla Giornata della partenza. Evento teatrale di massa che Armando Punzo porta in giro per lo stivale nell’ambito del progetto Mercuzio non vuole morire. A Rende si è messa in scena la quarta tappa del viaggio itinerante, organizzata dall’associazione Zahir, che ha toccato Gubbio, Bologna e Salerno, prima di approdare in terra calabra. È il regista e drammaturgo della Compagnia della fortezza, fondata all’interno del carcere di Volterra, che spiega lo spettacolo ai numerosi astanti: «Quello a cui si è potuto assistere, è una scena che sarà allestita all’interno di uno spettacolo completo – commenta Punzo – da esporre in un mio processo creativo che intende raccontare la storia di Romeo e Giulietta dal punto di vista di Mercuzio che non vuole morire, ipotizzando un’idea di teatro di massa con migliaia di persone. L’esito finale di questo percorso per lo stivale verrà rappresentato in contemporanea in diverse piazze, fra cui Rende, nel Festival di Volterra di luglio.»
Al laboratorio tenuto da Armando Punzo nei giorni scorsi negli spazi dell’università, hanno partecipato per la gran parte gli utenti dei centri d’igiene mentale della provincia di Cosenza, ai quali si sono aggiunti noti attori delle scene cosentine. Un ensemble di interpreti a comporre un allestimento “dentro e fuori” il Piccolo. La prima parte dello spettacolo si è svolta nello spazio antistante il foyer del teatro universitario, con gli attori provvisti ognuno di una valigia a voler figurare una imminente partenza. «Una valigia piena delle lacrime che si portano dietro – descrive Armando Punzo – e poi provare ad allontanarsi per raggiungere insieme una città ideale.» La compiutezza dell’opera, tra giochi d’ombre, lazzi e nudità scenica, ha il suo epilogo sulle tavole del palco.
Il risultato, è una contemplazione su immagini corali dalle forti suggestioni sensitive. Dinnanzi alle quali soffermarsi toccati dalle luci ad intermittenza del riflessivo e dell’emozionale.
Visto al Piccolo Teatro Unical, Arcavacata di Rende (CS)
Emilio Nigro