Dopo la maratona di B.Motion Danza, che ha visto protagonisti i coreografi selezionati dal network internazionale Aerowaves per il festival Spring Forward, a Bassano del Grappa si apre la settimana del teatro. A inaugurarla è l’ultimo lavoro di Anagoor, formazione di casa che si è andata imponendo nel panorama internazionale per la qualità della sua ricerca estetica e il suo sguardo capace di penetrare in profondità la superficie del mondo.
L.I. Lingua imperii è un’opera complessa, che si muove su piani e livelli molto differenti tra loro, senza però limitarsi ad accennarli, piuttosto scavando sino a trovare quei nodi essenziali che conferiscono alla rappresentazione una struttura solida e coerente. Se infatti punto di partenza del discorso di Simone Derai e compagni è la lingua come strumento di controllo e di potere, lo spettacolo sembra vertere su temi che travalicano la linguistica per calarsi nel substrato dell’animo umano, sviscerandolo sino a raggiungere una questione che ha interessato filosofi, scrittori, registi e artisti di ogni tempo e luogo: la crudeltà, o meglio la violenza degli uomini su altri esseri umani. Il linguaggio diviene un filo d’Arianna per condurre lo spettatore in un labirinto ignoto, tutto interiore, sino a giungerne al centro, nel luogo più nascosto: video, corpi, musica e testo indicano direzioni e orientamenti per muoversi negli angoli oscuri che si dischiudono con il procedere della rappresentazione, in un tessuto che riporta l’essere umano alla sua natura animale, in un processo di purificazione da una razionalità opprimente.