La penultima serata di B.Motion Teatro si è chiusa con About Ofelia dello spagnolo Jesús Rubio Gamo, in una versione site specific per il festival. La compagnia spagnola ha scelto di introdurre lo spettacolo rivolgendo un suggerimento al pubblico: «non cercate la figura di Ofelia in scena. Cercate il vuoto, la sua assenza». Nella grande sala d’ingresso di Palazzo Bonaguro, le interpreti di About Ofelia si presentano agli spettatori, seduti nei tre lati della sala, scendendo lo scalone centrale avvolte nella surrealtà di un controluce. Sono corpi celati, racchiusi in tute bianche, intere, e con il volto coperto da una maschera-burqa dai colori sgargianti. La coreografia si fonda sul dialogo tra le due danzatrici, lasciando cogliere la loro presenza come un’unica entità. Da movimenti sincronici e gestualità reiterate, forze oppositrici generano incontri e scontri tra le performer, fino a giungere a esplosioni e cedimenti fisici. Jesús Rubio Gamo reinterpreta la figura shakespeariana focalizzandosi sulla sua follia e sullo svelamento di un corpo femminile castrato e sofferente.
b.motion teatro 2012
#appuntidiunfestival pt.9: Alessandro Martinello
Serata intensa giovedì 30 agosto per B.Motion Teatro 2012: tre spettacoli in scena, che hanno portato gli spettatori a confrontarsi prima con la compagnia toscana inQuanto teatro, per poi tornare in Veneto con lo studio su Pinocchio degli affermati Babilonia Teatri, e poi con il lavoro di Alessandro Martinello Iai. Uno spettacolo che da un lato guarda all’opera di Yukio Mishima, in particolare a Introduzione alla filosofia dell’azione, dall’altro fa propria la ricerca sul video avviata dagli anni Settanta da Michele Sambin, attivo dal 1980 nella formazione padovana Tam Teatromusica.
Discostandosi leggermente da un’indagine sulla sintassi dell’immagine elettronica, la scena diviene uno spazio in cui mettere in campo una «tecnologia del sé» come viene definita dallo stesso performer, che introduce il lavoro servendosi di una videoproiezione in tempo reale: un flusso di coscienza che si fa luce, per poi impossessarsi nuovamente del corpo. La carne diventa un oggetto da sondare con videocamere e webcam, sino a esserne inglobati. Un’indagine che procede per frammenti, i cui strumenti sono palesati sulla scena e usati dal performer in tempo reale, come la musica curata da Luca Scapellato. Ne emerge un discorso che se da una parte mette in risalto l’impossibilità di una simultaneità tra tempo reale e tempo tecnologico – con le sue potenzialità di manipolazione –, dall’altro apre a una serie di riflessioni sull’unitarietà dell’individuo nell’era della diffusione dei dispositivi digitali, che minano la costruzione di identità unitarie, sollevando la necessità di recuperare un legame che sembra disgregarsi sempre più sotto la spinta del progresso.
#appuntidiunfestival pt.7: Patricia Zanco / fatebenesorelle
L’opera che Patricia Zanco porta in scena al Teatro Remondini per B.Motion 2012 è il racconto della tragedia di Medea ripercorsa attraverso la narrazione in prima persona dell’eroina, interpretata dalla stessa Zanco, a partire dalla riscrittura di Franca Grisoni. Lo spettacolo si apre con la presentazione della strage che avverrà per mano della protagonista: tutti gli attori coinvolti nel progetto (Roberta Guidi, Andrea Dellai, Alessandro Sanmartin, Daniele Preto, Elvira Gomez Espinosa De Los Monteros, Valentina Dal Mas) si sporcano le mani di sangue con un movimento fugace che introduce al viaggio di Medea alla ricerca del vello d’oro e ai salti drammaturgici sui quali procederà il lavoro. La partitura musicale – creata da Michele Braga e Enrico Fiocco – arricchisce e si amalgama all’azione scenica, senza porsi come guida o didascalia. Un tappeto sonoro che si accosta alla musicalità dell’intreccio linguistico in cui il dialetto lombardo si alterna all’italiano. Medea / Metamorfosi mette in gioco una molteplicità di riferimenti alla contemporaneità non sempre facilmente riconoscibili o pienamente sviluppati.
Scansione degli appunti dal taccuino di Roberta Ferraresi