Questo contenuto fa parte di unLOCKable. Una rassegna stampa corale
C’è stato un ascolto che durante le notti di quarantena ha radicalmente invertito la rotta dei mie pensieri, che ha annidato qualcosa sotto pelle e da lì ha iniziato un processo di combustione.
Non saprei come descrivere quello stato, un sentire e un esserci che sicuramente era reso possibile dai giorni di quarantena e da tutte quelle notti passate ad ascoltare la radio.
Ho provato a scrivere qualcosa al riguardo ma non ci riesco, allora ricopio qui degli appunti inviati all’autore di questo brano incredibile..
“Caro Attilio, ho finito ora di ascoltarti, che dire è stato un ascolto così diverso da tutte le altre cose che ho ascoltato fino ad ora.
Così diverso, e così segreto, che mi sembra quasi che tu lo abbia confidato solo a pochi. Anzi solo a me.
Quando ero una bambina intrecciavo le mie braccia tra le spalle e il collo di mio padre mentre lui guidava. Cantavamo, o meglio, lui cantava e io lo seguivo, “Sapore di mare” e io ero sicura che fosse una canzone scritta da lui e dedicata solo a me. Solo per me. Anni dopo scoprii la verità noiosa, e decenni e decenni dopo Virzì me la distrusse con il film “La pazza gioia” dove mi pare che la protagonista racconti un ricordo identico al mio, o più o meno lo stesso.
Ma perché ti dico tutto questo? Perché oggi con Paganelli si parlava di pensieri che hanno la consistenza dei sentimenti, e che se un pensiero nasce da un sentimento grande è normale che sia sentito allo stesso modo da persone che hanno abitato quei “luoghi” sentimentali.
E insomma — al di là delle mie digressioni e dei miei salti nel vuoto, volevo solo scriverti che per un’ora ho pensato che ti rivolgessi solo a me, che anche tu sapessi che la pandemia è arrivata per acquietare il tempo, per alzare la pelle di ognuno di noi, (che paradosso eh?), e che in quel giardino -visti dall’alto- c’erano con te e Daria, Artaud, Camus, Char, Celan, tua sorella, tua madre e tutti i vivi così vivi da affollare i rami delle piante.
Insomma volevo solo dire che a volte sembra che le nostre vite private abbiano delle risonanze strane e apocalittiche, ma l’ho detto malissimo prima e ancora di più ora.”
EXTRA: Giornale di Attilio Scarpellini (Radio India)
Daria Balducelli
26 giugno 2020