Recensione a Sade: opus contra naturam – regia di Enrico Frattaroli
Per incontrare il Marchese de Sade, sinistro ed, ormai, leggendario autore libertino, il pubblico dei Teatri delle Mura deve compiere una sorta di discesa agli inferi nell’antro buio e freddo del bastione Alicorno. Ad attenderli Enrico Frattaroli, regista e protagonista muto di questo lavoro, che, perfettamente calatosi nei panni del personaggio a cui ha dedicato una pentalogia, con agghiacciante disinvoltura ci guida nei meandri più oscuri della filosofia di Sade.
Attraverso un crescendo di violenze ed abusi ad un rappresentante del clero (Galliano Mariani), il marchese prende voce grazie a due filosofi (Franco Mazzi, Anna Cianca) che, dissertando sulla natura umana, la religione ed il libero arbitrio, tessono in scena un discorso articolato e complesso. Con forza rivendicano il dispotismo nella lussuria come un’inclinazione naturale dell’uomo: non assecondarla sarebbe andare contro natura. Si scagliano contro chi emana leggi atte a vietare o correggere i gusti umani, contro la giustizia e le religioni, in nome di un ateismo elevato pericolosamente a nuova fede. Sembra, infatti, di assistere al sanguinario rito di una setta, che si erge a difensore della natura umana. Un credo che vede l’uomo naturalmente predisposto alla crudeltà, all’assassinio, al sopruso. L’umanità, la pietà, l’amore non sono innate nell’uomo: gli uomini sono sempre morti per le opinioni, fomentate da chi voleva spargimenti di sangue.
È infatti innegabile che immani crimini siano stati compiuti in nome di Dio o di alti ideali, come ci ricorda una ghigliottina – inquietante strumento per diffondere libertà, fratellanza ed umanità – nel macabro sarcasmo del finale. Ma il pensiero lucidamente esposto in scena si incrina di fronte a una presa di posizione priva di sfumature, che dipinge una natura umana abbietta e semplificata: de Sade generalizza il suo essere a tutta l’umanità. Il risultato è un enigma, l’uomo, che resta completamente irrisolto ed inafferrabile; nonostante i numerosi ragionamenti dedicategli nell’opera.
Sade: opus contra naturam è un
lavoro che può scandalizzare, indignare, interessare ma che non può passare inosservato. Non solo per la violenza sessuale crudamente mostrata in scena – senza esibizionismo ma con estrema coerenza con l’opera e la vita del Marchese – quanto per un cast che, tra immagini forti, sfrenate e complicata filosofia, non si risparmia mai, dando vita ad un lavoro di indubbia intensità.
Visto al Bastione Alicorno, Padova
Silvia Gatto