Sono più di cinquanta. Vengono da Cordova, Strasburgo, Parigi, Glasgow. Vivono gli spazi dell’incompiuto Palazzo della Signoria. Tra le volte del Teatrino delle 6 studiano, provano e si esibiscono. Dal 28 giugno, data di avvio del Festival dei 2mondi, e fino al 13 luglio, portano in scena testi di Sarah Kane, Fedor Dostoevskij, Harold Pinter, Euripide e William Shakespeare. Sono giovani attori e registi di accademie, scuole e conservatori francesi, polacchi, scozzesi. Sono ospiti dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, che coordina il progetto European Young theatre in collaborazione con Union of Theatre Schools and Academies e l’insegnamento di Storia del Teatro Inglese del Dipartimento di Studi Europei, Americani ed Interculturali dell’Università La Sapienza di Roma.
Inaugura la serie di spettacoli l’Italia, con Lungs di Duncan MacMillan, nella traduzione di Matteo Colombo e per la regia di Massimiliano Farau. Venti gli attori in scena, allievi del II anno del Corso di Recitazione della Silvio d’Amico, che si alternano in un dialogo di coppia, attraversando una scena vuota – come da indicazioni testuali di MacMillan, che immagina il palco “privo di mobilio, attrezzeria, azioni mimate” – abitata soltanto dal suono delle parole e dallo scambio di voci e di fisicità. Hanno maglietta e scarpe marroni gli uomini, pantaloni rossi e camicia bianca le donne, sono uguali negli abiti, diversi per intensità.
Comincia tra gli scaffali dell’Ikea il confronto tra un lui e una lei di cui non conosceremo mai il nome, innamorati, fidanzati, conviventi sulla trentina, un dottorato lei, un lavoretto in un negozio di dischi e l’ambizione di fare il musicista, lui. Il desiderio di un figlio che si insinua nella vita di coppia, fra l’incoscienza di lui e la paura di lei. Le incertezze per la crisi globale, le catastrofi ambientali, le letture sulle radiazioni, le fissazioni ecologiste, e, su tutto, la paura di diventare adulti.
Continua, il dialogo confuso, più volte abbandonato più volte ripreso, fra le pareti di un appartamento che non vediamo, tra il letto, dove provare a concepire e il pavimento dove stringersi in un abbraccio. La gioia per un test positivo, soffocata subito dallo strazio per un aborto spontaneo, l’incapacità di guardassi negli occhi, il congelamento dei sentimenti, e la separazione, dolorosa ma necessaria. Un crescendo, temporale e emozionale, un sovrapporsi di voci, e un accelerazione finale che ci trasporta in un futuro possibile. Asseconda, la regia di Massimiliano Farau, le evoluzioni del testo, si accordano, i venti attori, alle temperature del dialogo amoroso, per uno spettacolo asciutto, una struttura essenziale, che apre scenari reali, e contemporanei.
Oggi, alle 18, il secondo appuntamento con l’Escuela Superior de Arte Dramatico “Miguel Salcedo Hierro”, E.S.A.D. di Cordoba, che porta in scena Medea Banished, con drammaturgia di Nerea Garciolo Ruiz, Raúl Muñoz Camacho e regia di Raúl Muñoz Camacho.
Rossella Porcheddu
Questo contenuto fa parte del progetto E20UMBRIA per il Festival 2Mondi di Spoleto