Le specie in via d’estinzione vanno protette. Possibilmente favorirne la proliferazione, la diffusione a largo raggio territoriale, la contaminazione con le specie dominanti. Così che il mescolio produca del nuovo. Del sano. Svecchi lo stantìo, rinnovi pratiche obsolete e ruffiane.
Le specie teatrali, naturalmente. Quelle off dai circuiti cortigiani, o dalle corti dei circuiti, o dai cortocircuiti. Quelle per cui la ragione morale, sociale (teatrale) prevalga sulla ragione economica. Quelle di mestiere, non di lavoro.
I Topi Dalmata appartengono alla categoria. Infestano – da topi – una casa nel cuore di Siena, al confine tra le Contrade della Giraffa e della Civetta. I due cuori pulsanti della compagnia, Margherita e Alberto, sono invece dell’Oca. Hanno un teatrino in casa. Un approdo per viaggiatori, poeti, teatranti, teatranti eventuali, musicanti, giovani e diversamente tali. Un’isola che nella memoria dei visitatori di passaggio rappresenterà la consapevolezza della fisicità di un luogo altro dai grigiori quotidiani di urbanità e gente.
Il teatro (ri)vissuto nella sua dimensione aggregativa, pullulante, nutriente coscienze. Un teatro “luogo dove si vede”, specchio e doppio, riflesso e contrario. Un teatro umano. Altro dalle vetrine per manichini vanitosi. Dai palchi (e interpreti) pesati a oro. Dalle cattedrali con cupola…
Finzione e realtà sembrano confondersi in via Lucherini 6, dissimularsi. Come quando si guarda attraverso le esalazioni di calore e si sfuoca il punto di vista e il soggetto d’osservazione diventa bidimensionale. Come se l’intenzione del teatrare rivendicasse forme e sembianze materiali. Atti e fatti.
Accantonando disgressioni filosofiche e poetiche, a casa dei Topi Dalmata si fa sul serio. Si mette su un festival di gittata nazionale in men che non si dica, si bandisce un concorso per nuove generazioni teatrali, si fa arte. Autofinanziandosi. Senza le stampelle della politica. Senza politica. Grazie alla passione (e il lavoro) di Davide Falletti, Margherita Del Ministro, Vittoria Vigni, i citati padroni di casa Alberto e Margherita e tutti gli altri dalmata di un’ora, di un giorno o di un momento. Una residenza senza portafoglio.
Teatropìa, il nome del festival scandito nei fine settimana di marzo. Da giovedì a domenica. Una formula efficace: spettacoli della prima serata – in Sala Lia Lapini, uno spazio teatrale appena fuori dalle mura senesi – innovativi e di qualità; spettacoli pomeridiani, in concorso per due categorie: Teatro Ragazzi e Corti destinati ai debuttanti. O ai teatranti navigati che vogliono mettersi in gioco. E tra uno spettacolo e un altro musica, cene, aperitivi, chiacchiere più o meno intellettuali, goliardia, vivacità.
Per un teatro verso direzioni altre. Originarie. Originali.
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Emilio Nigro