intervista alessio pizzech

10 Domande a… Alessio Pizzech

Alessio Pizzech

Incontriamo i registi presenti al festival Primavera dei Teatri per rivolgere le nostre “10 Domande a…”. Uno scambio di battute brevi ma prettamente significative per conoscerli meglio. Risponde Alessio Pizzech, presente a Primavera dei Teatri con Che disgrazia l’intelligenza!

 

 

 


1. Come definirebbe il suo teatro?
Un teatro di relazione

2. Che cos’è il teatro di ricerca?
È il teatro stesso

3. Come lo spiegherebbe ad un profano?
Il teatro è ricerca, non è una forma estetica, è una condizione

4. Che disgrazia l’intelligenza! in una frase.
Il tentativo di mettere un punto in un punto della vita

5. Che cos’è per lei Primavera dei Teatri?
Un luogo lontano perché sembra lontanissimo, ma in realtà vicino; vicino nel senso che ce l’hai nell’anima.

6. Se la sua vita fosse uno spettacolo teatrale chi sarebbe il regista?
Io insieme al destino

7. Lo spettacolo che le ha cambiato la vita?
Saul
di Vittorio Alfieri con Renzo Giovampietro e Il Signor Puntila e il suo servo Matti di Bertolt Brecht con Glauco Mauri

8. Uno scrittore che metterebbe in scena o a cui chiederebbe di scrivere una drammaturgia per lei?
Neve
di Maxence Fermine

9. Potendo scegliere: teatro come sede della compagnia o nomadismo?
Non so scegliere, non posso scegliere: quando sei nomade cerchi un luogo e quando l’hai trovato cerchi di nuovo di ripartire. Sono due facce della stessa medaglia.

10. Quali sono le possibilità che il teatro possiede e che lo fa essere un’arte fondamentale?
La trasformazione

 

Biografia di Alessio Pizzech
Nato come attore, si divide oramai da più di dieci anni tra la regia lirica ed il teatro di prosa, in particolare di un teatro di testualità che parli del presente e dei grandi temi mitici dell’uomo. La sua attenzione lo ha portato ad approfondire in particolare la drammaturgia  francese  di Jean Cocteau, Camus, Michel Azama e Bernard Marie Koltès di cui ha messo in scena ben quattro testi teatrali. Ha lavorato molto sulla formazione dell’attore e in questi anni sta approfondendo un teatro di parola e di testo che prenda le mosse dal corpo dell’attore con un gruppo di giovani attori che lo seguono. Recentemente si è confrontato con un teatro politico portando in scena il libro di Pietro Grasso dal titolo Per non morire di mafia. Sta inoltre lavorando su due soli (uno per attore ed uno per attrice) del drammaturgo francese Phlippe Minyana. (Biografia gentilmente concessa dal sito primaveradeiteatri.it)