Recensione a Lucia nel bosco con quelle cose lì – Questa Nave
Lucia nel bosco con quelle cose lì è la nuova produzione che Francesca D’Este – regista dell’ormai consolidata Associazione culturale Questa Nave – ha presentato in prova aperta al Teatro Aurora di Marghera appena prima dell’estate. Un racconto ambiguo e a tratti oscuro, una storia continuamente in bilico tra fantasia e realtà.
A raccontarla è Lucia – che non è veramente Lucia – una bambina di dieci anni – o forse sette – che gioca a raccontare la sua vita come vorrebbe che fosse mentre vive una realtà che la costringe a fantasticare. La telecronaca di un trauma infantile narrato in terza persona. Uno sdoppiamento che nasce dalla impossibilità di aderire completamente alla realtà che la circonda e che non trova risposta nelle sue mille domande: «Quando il bambino era bambino, era l’epoca di queste domande». Cosa sono “quelle cose lì”? La vita clandestina del padre e la serietà militare della madre portano la quieta vita familiare a cadere in un clima di disagio e negazione, fino alla condanna del padre, all’abbandono e alla disperata promessa di salvezza della figlia.
La messa in scena di Francesca D’Este si focalizza sullo sdoppiamento della protagonista nel passaggio tra realtà e finzione fino ad arrivare allo scontro interiore tipico della preadolescenza. Le coreografie di Elisabetta Rosso guidano le due interpreti (Simonetta D’Adamo e la D’Este stessa) in un continuo gioco di sguardi e rincorse, gesti e giochi, reinventando il mondo magico in cui corre la fantasia di Lucia. Il testo di Handke è forse troppo impegnativo e oscuro, è un racconto che riflette su una realtà adulta e lascia il quesito aperto ad ogni interpretazione: che sia una favola un po’ stramba o una tragedia interiore.
Questa Nave si conferma, ancora una volta, coraggiosa e piena di entusiasmo. Proprio per queste qualità verrà premiata il 5 giugno a Barletta dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro per la stagione che ha portato avanti nel 2009-2010. Un programma volto a sostenere e scovare nuove e giovanissime compagnie, che fanno parte di quel sottobosco in cui sta crescendo una vera e propria “specie protetta” del/dal teatro italiano.
Visto al Teatro Aurora, Marghera
Camilla Toso