Tre esperimenti e una performance. Luci, piante, esseri umani, nello specifico bambini.
Sopravvivenza, competizione, aggressività. Evoluzione, sconfitta, morte.
Immaginare un altro mondo? Rinunciare a questo?
Il nuovo lavoro di Pathosformel – T.E.R.R.Y. – già transitato per il Festival di Santarcangelo e presentato a Dro in prima nazionale durante la XXXIII edizione di drodesera (in coproduzione con Centrale Fies), abita lo spazio del Garage Nardini.
Primo esperimento l’installazione luminosa. Secondo esperimento la serra. Terzo esperimento un laboratorio per bambini. E poi la performance.
Buio. Nessun attore in scena. Macchine. Funi. Ruote. Carrucole. Luci a neon competono per avere energia, si alternano, si rincorrono, si sovrappongono.
Organismi inanimati, che hanno sperimentato cosa significa crescere in un unico terreno, troppo piccolo per accoglierli tutti, si muovono nello spazio, descrivono traiettorie, cooperano, concorrono, si attaccano, finché uno di loro finisce per soccombere.
Uno a uno entrano in scena quattro bambini. Erano seduti fra il pubblico. Testimoni muti di un gioco di relazioni e sovrapposizioni, rivalità e distruzione.
Sono sagome. Non si vedono i volti, non si conoscono i nomi. Sono l’umanità. Incontrano la natura. Cercano di creare nuove regole.
Lavoro concettuale, che s’inscrive nel solco della ricerca dei Pathosformel, tra animato e inanimato, movimento della materia e sentimento dell’uomo, e racconta con una struttura meccanica dinamiche antropiche.
*La redazione di b-stage 2013 è composta da Elena Conti, Roberta Ferraresi, Rossella Porcheddu, Carlotta Tringali