Dopo i periodi di residenza trascorsi a Rotterdam e Zagabria, gli artisti coinvolti in Choreoroam 2012 sono arrivati a Bassano del Grappa, per lavorare al Garage Nardini dal 13 al 27 agosto.
Choreoroam è il progetto internazionale di ricerca per coreografi, partito nel 2008 e arrivato quest’anno alla sua quinta edizione. Ideato dallo stesso Operaestate Festival Veneto/CSC, in collaborazione con due altri importanti enti come The Place di Londra e Dansateliers di Rotterdam, il progetto ha visto aumentare da tre a cinque il numero dei partner coinvolti nella rete: altri due centri europei si sono aggiunti, ossia lo spagnolo Paso a-2/ Certamen Coreogràfico de Madrid e il croato Dance Week Festival/ Zagreb Dance Center. Gli autori che partecipano all’edizione 2012 di Choreoroam sono otto: Giorgia Nardin e Tommaso Monza per l’Italia, Marina Mascarell e Rut Balbis per la Spagna, Irena Mikec per la Croazia, Eva Maria Kupfer e Loïc Perela per l’Olanda, Amy Bell per la Gran Bretagna. La prossima tappa del progetto vedrà i partecipanti impegnati prima in una residenza al The Place di Londra (dal 4 al 11 novembre 2012) e successivamente a Paso a-2/Certamen Coreogràfico di Madrid (dal 28 novembre al 6 dicembre 2012).
In occasione di B.Motion Danza, il festival del contemporaneo inserito all’interno di Operaestate Festival Veneto, abbiamo incontrato alcuni di loro — agli ultimi giorni di residenza bassanese — e abbiamo cercato di conoscerli meglio, ponendo loro alcune brevi domande. Rispondono: Tommaso Monza (Italia, 30 anni), Loïc Perela (Francia, 29 anni), Irena Mikec (Croazia, 30 anni), Marina Mascarell (Spagna/Olanda, 31 anni), Giorgia Nardin (Italia, 23 anni).
Te stesso, in tre parole / Describe yourself in 3 words
Tommaso: Confuso, attento, nomade
Loïc: …
Irena: Communicative, funny, honest
Marina: Curious, emphatic, woman
Giorgia: Insicura, istintiva, irruenta
Definisci la tua ricerca coreografica in una frase / Define your choreographic research in a sentence
T.: La natura stessa del movimento è vicina alla natura delle società nomadiche. Loro creano danze per raccontare storie o legami. L’energia di una danza parla e racconta l’invisibile.
L.: Explore humanity, communication and relations.
I.: Researching variety of physical landscapes, diving into and through the practice to experience body language.
M.: Research of the emotions in the movement or viceversa.
G.: (vedi disegno)
Lo spettacolo che ti ha cambiato la vita / The show which changed your life
T.: Medea di Abbondanza/Bertoni.
L.: I can’t recall.
I.: Lanonime Imperial: Prepoznavanje krajolika.
M.: I wouldn’t say that one show changed my life. My life is had been drived by many things: education, experiences, situations …
G.: Nessuno, finora.
L’aspetto che preferisci di Choreoroam / Which aspect do you prefer of Choreoroam?
T.: La condivisione, con un gruppo di altri coreografi, delle nostre debolezze e virtù.
L.: Actually a lot of aspects: the travelling, the human experience and the questioning on my artistry.
I.: Sharing & exchange with other artists that are in a similar place.
M.: Sharing with my collegues.
G.: Le persone.
L’aspetto più difficile di Choreoroam / Which aspect is the hardest in Choreoroam?
T.: Rimettere insieme i pezzi quando si riflette la settimana dopo Choreoroam.
L.: Cope with the challenges of each residency, which mostly exciting in the end.
I.: Change of the point of focus, shifting ways or approaches to the creative work and exchange.
M.: I don’t find anything really hard.
G.: Tornare a casa.
Continua a leggere i contributi dei coreografi pubblicati sul sito di Choreoroam Europe curato da Giulia Galvan.