Un borgo abitato da teatranti, scrittori, musicisti, poeti. Animato, anzi. Succede ad Arta Terme, un villaggio di 2300 anime ai piedi delle Alpi Carniche, in Friuli. Dove non accade di solito granché per cui passare alle cronache. Si vive di poco, cordialmente, in corrispondenza diretta con la natura. Arta deve a Giosuè Carducci un po’ di notorietà: il poeta vi soggiornò brevemente nel tentativo di rimettersi da un esaurimento nervoso. L’aria salubre, la tranquillità, l’abbraccio dei monti, favoriscono il rinvigorimento di corpo e mente. Carducci omaggiò con la poesia In Carnia, ispirata a un racconto breve di Caterina Percoto, contessa e scrittrice locale. Nel ricordo di queste due figure, letterarie, il comune di Arta Terme ha organizzato Il soggiorno dei poeti e degli artisti. Ospitalità e sussistenza ai creativi in cambio della loro mercanzia. Oltre un mese di teatro, esperienze performative, concerti, letture sceniche, improvvisazioni e interazioni con la comunità. Lodevole. Giusto. Perché i dotati di talento ed estro in materia d’arte, dovrebbero occuparsene esclusivamente, avendo assegnato all’interno di una società, definita civile, ruoli, mezzi, strutture, salari, così come avviene per il pubblico impiego (e servizio), la sanità o la produzione industriale ad esempio.
Ad Arta Terme, seppure per poco, avviene tutto ciò.Tra le iniziative, a disposizione degli artisti, dal 25 al 2 Settembre, una intera struttura alberghiera dove produrre, contaminarsi, vivere d’arte. Lasciandosi osservare, acquisendo e fornendo formazione, creando e interagendo.
L’arte e la cultura in latitudini altrimenti avulse. Con tutto quello che (di buono) ne consegue.
Il circuito teatrale Teatronet, capitanato da Rosi Fasiolo, anima e motore della dieci giorni di residenza artistica Res Dartae, ha chiamato a raccolta una manciata di compagnie, convocato scrittori, musicisti, critici, poeti.
Quattro i laboratori attivi e gratuiti dal 26 al 30 Agosto: teatrale (a cura di Saba Salvemini), di danza (tenuto da Nadia Scarpa), scrittura creativa e percussioni (condotto da Roberto Lugli).
Appuntamenti fissi: aperitivo scenico alle 18.00 con letture e improvvisati piccoli atti unici (dal Carducci a Shakespeare passando per Bukowski); performance e musica serali. E tempo libero per produrre collettivamente. Sabato trentuno agosto e domenica primo settembre, verranno presentati al pubblico gli allestimenti prodotti durante la permanenza ad Arta Terme.
Suggestiva la prima giornata di ‘fioritura’. Brani dal secondo atto di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, riprodotti da Saba Salvemini della compagnia Aretè Ensemble e Margherita Fusi dei senesi Topi Dalmata durante l’aperitivo delle 18.00. Uno spassoso spezzone ‘all’improvvisa’, coniugando mimica e tecnica attoriale duttile alla circostanza: piccola testimonianza di versatilità ingegnosa restituendo abiti nuovi a una scrittura immortale che però potrebbe stonare con il minimalismo dialettico del nuovo linguaggio d’uso drammatico. Il gesto e la caratterizzazione degli interpreti mimetizza questo gap. Sorprendente. In precedenza lettura dal Carducci e dalla Percoto eseguite da Filippo Arcelloni e Margherita Fusi.
A sera le sonorità strumentali (una quindicina di strumenti utilizzati) dei Klim#6 di Stefano Spizzamiglio accompagnate dai movimenti danzanti di Nadia Scarpa nel salone di rappresentanza del Hotel Savoia. Elementi naturali in sonorizzazione, musiche da film, psichedelica retrò e new age contemporanea, sintesi elettronica e artigianalità del suono. Viaggi. Sensoriali.
A presto per nuove da Arta Terme. Res Dartae.
Emilio Nigro