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La finale del Premio SCENARIO infanzia 2012: intervista a Giuliano Scarpinato

La fortuna di Philéas – foto di Michela Amadei

Giuliano Scarpinato (Palermo)
La fortuna di Philéas

liberamente ispirato a La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo

regia e progetto scenico Giuliano Scarpinato
con
Daniele Sala, Raffaele Musella, Eleonora Tata
luci Paolo Meglio

Fascia d’età: 6 – 10 anni

 

Cosa caratterizza le diverse fasi del processo creativo di un lavoro teatrale rivolto all’infanzia?
Lo straordinario vantaggio del creare uno spettacolo per bambini è la totale libertà espressiva entro la quale è possibile muoversi. Si possono invertire gli ordini, mischiare i simboli, alterare tempo e spazio, scardinare ogni sorta di regola. Da questa libertà non può però prescindere lo sforzo costante di rendere fruibile la storia che si va a raccontare. Ed è lì, credo, che si situano gli equilibri più delicati: in ogni fase del lavoro, per ogni singola scena dello spettacolo, bisogna trovare la giusta miscela di suggestività e intelligibilità. Bisogna parlare insieme al cuore e alla mente, laddove la rappresentazione si affida principalmente a una magia, un’evocazione, è necessario “compensare” con qualche piccolo espediente più meramente narrativo.
Nelle primissime fasi del lavoro, basate sull’improvvisazione, ci siamo quindi molto divertiti a “nuotare” nel mare di libertà di cui dicevo, riscoperchiando i bauli delle nostre rispettive infanzie. Nelle fasi successive, quelle più compositive, abbiamo iniziato a porre qua e là degli argini, cercando di capire come miscelare momenti “simbolici” a momenti “esplicativi”. La sfida era – ed è – quella di raccontare senza quasi ricorrere alle parole; la storia è quella di un paese dove nessuno, a esclusione di pochi ricchi, parla…

Come racconteresti la storia a un bambino dell’età alla quale ti stai rivolgendo con il tuo progetto?
Da qualche parte nel mondo esiste un paese dove la gente sta sempre zitta; per parlare bisogna comprare le parole e inghiottirle, e le parole sono molto care.
Philéas è un bambino povero; possiede solo parole di poco conto come “patata”, “muro”, “polvere”, che raccoglie ogni tanto dai cassonetti della spazzatura. Philéas è innamorato di Cybelle, una bambina bellissima; lei è però fidanzata con Oscar, un bambino molto ricco di parole, presuntuoso e arrogante. Philéas vorrebbe tanto dire a Cybelle che la ama, ma non ha abbastanza soldi per comprare “ti amo”. Un giorno però, per il compleanno della bimba, raccoglie tutto il suo coraggio e decide di andare da lei. Philéas arriva sotto casa di Cybelle, ma proprio in quel momento Oscar sta dicendo alla sua fidanzatina “Ti amo, un giorno noi ci sposeremo!”.
Philéas è scoraggiato, lui possiede solo poche poverissime parole; vede però che Cybelle, dalla finestra, lo sta guardando e gli sorride! Philéas sale a perdifiato per le scale, Cybelle è lassù in cima; il bimbo si accosta a lei e le sussurra nell’orecchio: “muro… polvere… ciliegia…”.
Cybelle sente battere il cuore forte, dà un bacio a Philéas; il bambino pronuncia allora l’unica parola importante che possiede, “ancòra”. Philéas e Cybelle rimarranno per sempre insieme.

Come si è sviluppato il lavoro rapportandosi alle diverse fasi che caratterizzano il Premio Scenario?
Il passaggio dalla prima alla seconda fase del concorso è stato molto importante per il confronto avuto con i membri della giuria che, con domande e osservazioni di vario genere, hanno posto questioni centrali sul lavoro – prima fra tutte quella dell’intelligibilità della storia che raccontavamo.
In seconda fase abbiamo avuto anche il privilegio di avere un nutrito pubblico di bimbi e di ricevere in modo immediato il loro feedback: a seconda della maggiore o minore attenzione e partecipazione ai vari momenti dello spettacolo, ci siamo resi conto di dove fosse ancora necessario aggiustare il tiro, in vista dell’ultima fase del concorso.

 

 

Giuliano Scarpinato nasce a Palermo nel 1983. Nel 2009 si diploma come attore presso la scuola per attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Mauro Avogadro. Frequenta stage con Antonio Latella, Alfonso Santagata, Marco Baliani, Arturo Cirillo, Michele Abbondanza, Jurij Ferrini, Valerio Binasco, Cristina Pezzoli, Ricci/Forte, Mimmo Cuticchio, Susan Batson. In teatro ha lavorato come attore con John Turturro, Giancarlo Sepe, Marco Baliani, Emma Dante, Daniele Salvo, Mauro Avogadro, Carmelo Rifici. Come regista ha diretto insieme a Francesca Turrini I ciechi di Maurice Maeterlinck. Nel 2011 ha ricevuto la segnalazione speciale della giuria al Premio Hystrio alla vocazione.

Daniele Sala nasce a Milano nel 1983. Nel 2009 si diploma presso la scuola per attori del Teatro Stabile di Torino. Prende parte a laboratori con Emma Dante, Claudio Autelli, Antonio Zanoletti, Alfonso Santagata, Antonio Sixty, Carmelo Rifici. In teatro ha lavorato con Mauro Avogadro, Daniele Salvo, Andrea Battistini, Federico Tiezzi.

Raffaele Musella nasce a Varese nel 1985. Nel 2009 si diploma presso la scuola per attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Mauro Avogadro. Frequenta laboratori con Valerio Binasco, Carmelo Rifici, Emma Dante, Serena Sinigaglia, Jurij Ferrini. In teatro ha lavorato con Giancarlo Sepe, Andrea Battistini, Alessio Pizzech, Mauro Avogadro, Daniele Salvo. Oltre che attore è cantante.

Eleonora Tata nasce a Roma nel 1984. Nel 2008 si diploma presso l’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico. Frequenta stage con Emma Dante, Peter Clough, Nikolaj Karpov, Michele Monetta, Anna Marchesini, Massimiliano Farau, Michael Margotta. In teatro ha lavorato con Giancarlo Sepe, Giuseppe Marini, Gigi Proietti, Massimiliano Farau, Lorenzo Salveti, Luciano Melchionna, Enzo Garinei.

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